10 gennaio 2017

Hunger Games di S. Collins

Qui in Calabria ormai freddo, nevicate e gelate sono all’ordine del giorno e quale miglior modo di trascorrere queste giornate invernali se non in compagnia di un ottimo libro? Andiamo a vedere insieme cosa vi propongo oggi.
Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.


Io sto leggendo la trilogia in formato flipback, ma m sono sentita in dovere di farvi conoscere il mio pensiero per ogni singolo libro.

Ho iniziato a leggere questa trilogia (che in realtà mi aspettava da un po’ placidamente adagiata sul comodino) dopo aver visto qualche settimana fa il film in Tv, come in tanti saprete questa è la storia di 12 Distretti, 13 in realtà, ma il tredicesimo è stato distrutto e raso al suolo in passato, tutti facenti capo alla maestosa Capitol City, città di lussi e sfarzi.

Ogni anno, da ormai 74 lunghi anni, vengono istituiti gli Hunger Games, i giochi della fame tradotto in italiano, e sembra quasi uno scherzo visto che la maggior parte dei Distretti vive in condizioni al limite della soglia di povertà, i giochi altro non sono che un modo diverso per affermare la supremazia di Capitol City, ma andiamo a vedere in cosa consistono:

24 persone, ovvero 12 coppie (maschio e femmina) chiamate Tributi, vengono scelte tramite un pubblico sorteggio, in ogni Distretto e queste verranno poi inserite in una realtà parallela creata ad hoc dagli strateghi della Capitale, una cosa carina starete pensando (dite la verità vi sono subito venuti in mente i reality che vengono trasmessi da noi), se non fosse che i Tributi dovranno patire la fame, contrastare le intemperie (create artificialmente da chi conduce i fili del gioco), ma soprattutto se non si dovesse lottare, uccidere gli altri Tributi per poter sopravvivere e vincere già, il vincitore sarà solo uno.

E questo lo sa bene Katniss, quando decide di prendere il posto della piccola sorella Primm, primo nome sorteggiato, sa che dovrà sopportare, patire tanto, sempre che non venga uccisa prima… ma tutto il dolore del mondo non è nulla davanti all’amore per la sorella, per la famiglia, privata prematuramente dalla presenza del capofamiglia a causa di una forte esplosione in miniera, divenendo lei stessa unica fonte di sostentamento per Primm e per sua madre.

Ad accompagnarla in questa “avventura” sarà Peeta, un dolce giovanotto legata a Katniss da una vicenda avvenuta quando erano solo due bambini, vicenda forse dimenticata da entrambi, o forse no!?

Un libro che affascina fin dalle prime battute, un susseguirsi di vicissitudini che ci fanno sobbalzare, uno scritto così egregio da farci sentire l’odore del sangue, il freddo sulla pelle, la paura della notte, la solitudine nella folla. Descrizioni minuziose dei luoghi, dei personaggi, dell’abbigliamento vi accompagneranno in un’avventura che faticherete a dimenticare, così da portarvi dietro non solo una nuova storia ma tanti nuovi amici, da Katniss a Gale, da Peeta a Haymitch, da Madge a Rue e tutti i protagonisti, principali e non, perché tutti in un modo o nell’altro contribuiscono in modo profondo alla tessitura dell’intera storia.

ATTENZIONE SPOILER!!!

Avendo visto il film, avendolo amato, non potevo aspettarmi una sensazione diversa leggendo il libro, eppure posso assicurarvi che la rappresentazione sullo schermo è stata fatta in maniera eccellente, piccoli particolari a parte:

  • ·         gli ibridi nel film sono solo 3 e non hanno le sembianze dei tributi caduti;
  • ·         Thresh uccide il tributo con un masso e non sbattendo ripetutamente la testa alla cornucopia;
  • ·         Haymitch manda a Katniss per aiutare Peeta e la sua brutta ferita non una pomata ma una siringa

Eccetto queste piccolezze, grazie al film visto in precedenze, ho potuto “ascoltare”, leggendo, il canto che le ghiandaie imitatrici ripatevano grazie alle quattro note intonate dalla piccola Rue…

Ho amato l’intero libro e tutte le sequenze del film, ma un gesto, oltre alle quattro note, mi è rimasto dentro:

Prima uno, poi un altro, poi quasi tutti i componenti del pubblico portano le tre dita di mezzo della mano sinistra alle labbra e le tendono verso di me. È un antico gesto del nostro distretto […] Significa grazie, significa ammirazione, significa dire addio a una persona a cui vuoi bene.



2 commenti:

  1. Non ho letto i libri, ma ho visto il film in tv,inizialmemte ero un pò scettica, non che mi abbia fatto impazzire come altri film, ma... mi è piaciuto. Forse, in un futuro, leggerò anche i libri. 😊 Mai dire mai 😊

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    1. Anarel, te li consiglio davvero di cuore, conoscendo i tuoi gusti ti lascerebbero davvero senza parole!

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